Il modello di seminario, che va sotto il titolo di “Redemptoris Mater”, si ispira al rinnovamento della Chiesa Cattolica promosso dal Concilio vaticano II, e in particolare alla formazione al presbiterato, le cui linee programmatiche, che troviamo esposte nel documento Presbiterorum Ordinis, invitano ad un allargamento della prospettiva di azione delle diocesi, all’importanza della internazionalità e al rinvigorimento della perenne missione universale della Chiesa.
Presbiterorum Ordinis n. 10:
“Il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell'ordinazione non li prepara a una missione limitata e ristretta, bensì a una vastissima e universale missione di salvezza, «fino agli ultimi confini della terra» (At 1,8), dato che qualunque ministero sacerdotale partecipa della stessa ampiezza universale della missione affidata da Cristo agli apostoli..
.. A questo scopo potrà essere utile la creazione di seminari internazionali, peculiari diocesi o prelature personali, e altre istituzioni del genere, cui potranno essere ascritti o incardinati dei presbiteri per il bene di tutta la Chiesa, secondo norme da stabilirsi per ognuna di queste istituzioni, e rispettando sempre i diritti degli ordinari del luogo.
Comunque, per quanto è possibile, i presbiteri non devono essere mandati soli in una nuova regione, soprattutto quando non ne conoscono ancora bene la lingua e le usanze; è meglio che vadano a gruppi di almeno due o tre, come i discepoli del Signore, in modo da aiutarsi a vicenda”.
Tali seminari, sebbene legati alla realtà ecclesiale del Cammino Neocatecumenale, sono realmente diocesani e a servizio della diocesi. Dopo alcuni anni i sacerdoti possono essere inviati in ausilio a quelle diocesi dove, per la forte carenza di vocazioni al sacerdozio ne venga richiesto un aiuto, o a sostegno dell’evangelizzazione che il Cammino promuove nelle aree più secolarizzate del mondo.
Gli ambiti della formazione
Gli ambiti fondamentali della formazione, così come già li delineava la “Pastores dabo vobis” e la più recente “Ratio fundamentalis Istitutionis Sacerdotalis” del 2016, sono fondamentalmente quattro: quella umana, spirituale, intellettuale e pastorale. Il seminario ha dunque il compito di promuovere in modo equilibrato e armonioso una formazione integrata di queste dimensioni.
Per una serena crescita umana è di fondamentale importanza l’ambiente e la qualità della vita comunitaria. Dai momenti di preghiera a quelli del pasto comune, dalle pause caffè - durante le ore di studio - alle passeggiate all’aperto nel giardino, in luoghi e locali belli, puliti e accoglienti, dove ci si sente amati e ben voluti.
Per coltivare e nutrire la vita spirituale, il seminario offre due ambienti centrali: la cappella/chiesa e il Santuario della Parola. Il Presbitero infatti è fondamentalmente ministro della Parola e dei Sacramenti, in primis dell’Eucaristia.
Attualmente, la struttura del nostro seminario è ancora incompleta e manca di una cappella ampia e adatta a celebrazioni più solenni, come nel caso delle celebrazioni per il conferimento dei ministeri. Inoltre, per sviluppare meglio una pastorale vocazionale per i giovani, necessita anche di uno spazio specifico per l’approfondimento, la meditazione e la preghiera sulle S. Scritture. Tale luogo specifico per la Lectio Divina o Scrutatio Scripturae viene comunemente chiamato “Santuario della Parola”.
Inoltre, i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino Neocatecumenale un elemento specifico e basilare della formazione cristiana di base (cf. art. 18 dello Statuto del Cammino), che li aiuta a crescere nell’ambito umano e spirituale, per divenire prima cristiani adulti e poi presbiteri a servizio del popolo di Dio.
La formazione intellettuale, nel nostro caso, si realizza presso l’Istituto Teologico Cosentino, a Rende (CS). Ivi i seminaristi, assieme ai loro compagni del Seminario “Redemptoris Custos”, frequentano i corsi filosofico-teologici.
L’attività pastorale si attua soprattutto al termine del percorso scolastico: una volta conseguito il baccalaureato in Teologia, i seminaristi iniziano un periodo esperienziale di vera e propria missione in Italia e anche all’estero. Questa rappresenta una fase di sintesi, in cui sono chiamati a mettere in atto sul campo tutto ciò che hanno ricevuto negli anni di formazione.